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2004/10/28

[IxT] Antibufala: Simona e Simona superstipendiate?

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "magaolimpia", "elisabetta.giust****" e "fabioborg****"

Sta circolando da giorni in Internet un appello riguardante la vicenda delle italiane Simona Pari e Simona Torretta, rapite a Bagdad insieme all'iracheno Raad Abdul Aziz e all'irachena Manhaz Bassan il 7 settembre scorso mentre lavoravano a Bagdad per l'organizzazione non governativa "Un ponte per" e rilasciate il 29 settembre.

Secondo l'appello, le due Simona avrebbero percepito uno stipendio di 8000 euro l'una per insegnare "la raccolta differenziata ai bambini iracheni". Lo stipendio sarebbe stato pagato dai "nostri cretini governativi che finanziano ste associazioni". Si cita come fonte il Corriere della Sera, senza però indicare date o articoli specifici, e viene tirato in ballo anche l'ex presidente della Repubblica Cossiga, al quale si fa dire "ma non è che si sono rapite da sole?".

L'appello contiene numerose altre accuse, ma la principale è quella del superstipendio.

La fonte più remota nel tempo che ho trovato è un blog del 6 ottobre 2004, che cita l'appello e lo descrive come un testo ricevuto da altra fonte:
http://comgas.clarence.com/permalink/167517.html

Le prime segnalazioni al Servizio Antibufala risalgono al 7 ottobre 2004, data alla quale risalgono anche le prime tracce dell'appello nei newsgroup, secondo Google Groups. L'appello compare infatti nel newsgroup it-alt.politica.lega-nord, a firma di un certo "Axell", che però afferma in un messaggio successivo dello stesso newsgroup di non essere l'autore dell'appello.

C'è un problema di fondo in quest'indagine: procurarsi informazioni obiettive su un caso così controverso, che ha suscitato un fortissimo clamore politico nella stampa italiana, è estremamente difficile. I giornali italiani si sono schierati tutti così esageratamente da una parte o dall'altra che si sono resi sostanzialmente inaffidabili.

Le fonti di stampa sono utilizzabili soltanto come fonte di dettagli non contestati, come per esempio le date di rapimento e di rilascio, o di informazioni "neutre" rispetto alla loro ideologia o addirittura contrarie ad essa, secondo il "Principio di Belzebù" (se un religioso mi dice che ha visto Belzebù, è una conferma "debole", perché avvalora le sue tesi; se me lo dice un ateo, è una conferma forte, perché contraria alle sue idee). Ho considerato più affidabili le agenzie di stampa e le fonti non italiane, in quanto probabilmente più distaccate.

Di conseguenza, questa non è un'indagine chiusa, ma un sunto preliminare. Il vostro aiuto, con segnalazioni di informazioni tratte da fonti che rispettino il Principio di Belzebù, sarà prezioso per completare il quadro.

Nel frattempo, classifico l'appello come ad alto rischio di bufala diffamatoria, e quindi da non diffondere, per una ragione di fondo: si tratta di un messaggio anonimo, privo di fonti e pieno di accuse non documentate. Ha senso diffonderlo senza chiedersi se per caso, vista la sua origine, si tratti di disinformazione? Siete disposti a sottoscrivere, tramite il vostro inoltro, una diceria di cui non avete alcuna conferma e di cui non si conosce l'autore?

L'anonimo estensore dell'appello ha lanciato il sasso e nascosto la mano senza fornire alcuna conferma. In queste condizioni, diffondere un'accusa del genere prima di averne conferme è irresponsabile. Occorrono prove, e chi ha scritto l'appello si è guardato bene dal darne.

Ci sono anche altre ragioni per dubitare seriamente dell'appello. L'organizzazione "Un ponte per..." ha pubblicato una smentita di alcune delle accuse, in particolare quelle riguardanti il presunto "stipendio" da 8.000 euro attribuito alle due ragazze.

Secondo "Un ponte per...", lo stipendio reale ammontava a "in soldoni circa 1500 euro netti al mese comprensivi tredicesima e fine rapporto". Anche aggiungendo assicurazione, vitto, trasporti e quant'altro, da 1500 a 8000 euro il passo è molto lungo (dire "da tre a sedici milioni di lire" rende forse più chiaro il divario). Il bilancio di "Un ponte per..." è pubblicamente consultabile via Internet.

Inoltre lo stipendio non proverrebbe dal governo italiano, come afferma invece l'appello. Infatti ci sono le dichiarazioni in tal senso di "Un ponte per...", che parla di "finanziamenti pubblici" soltanto nel senso di finanziamenti provenienti da organizzazioni europee e da enti locali italiani, e c'è un articolo de Il Tempo secondo il quale il governo italiano avrebbe erogato un unico finanziamento estremamente modesto (circa 15.000 euro) a "Un ponte per...":
http://guide.supereva.it/alleanza_nazionale/interventi/2004/10/178634.shtml

In un caso come questo, il bufalatore ha il coltello dalla parte del manico: a lui costa pochissima fatica partorire nell'anonimato una sventagliata di accuse, mentre chi indaga deve affannarsi a trovare conferme o smentite documentate per ciascuna delle affermazioni. Dato che le mie risorse sono limitate e ci sono molte altre indagini in coda, c'è un limite al tempo che posso dedicare a ciascuna delle accuse fatte dall'anonimo accusatore.

In realtà l'onere della prova spetta a chi ha scritto questo messaggio d'accusa, che però probabilmente non si farà avanti con prove di ciò che ha incautamente diffuso in Rete.

L'indagine antibufala è ancora aperta ed è a vostra disposizione, con maggiori dettagli e link alle fonti, su Attivissimo.net.

2004/10/26

[IxT] Ci vediamo sabato ad Aosta?

Sabato 30 ottobre 2004 sarò presso la Biblioteca Regionale di Aosta, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17, per due chiacchiere in libertà su Internet, bufale, sicurezza e dintorni.

Sarà anche un'occasione per fare un'anteprima de "L'acchiappavirus", che sarà disponibile su carta (nel senso di "nelle librerie") da metà novembre, e fare alcune dimostrazioni pratiche di virus e trappole in cui ci si può imbattere in Rete.

Per ragioni burocratico-legali (vale a dire, il demenziale bollino SIAE), non posso preparare e distribuirvi dei CD contenenti il testo del libro: tuttavia se vi presentate con almeno 5 megabyte liberi su un portachiavi USB, ossia una di quelle piccole memorie allo stato solido che si attaccano alla porta USB, potrò copiarvelo senza alcun problema.

L'ingresso è libero. Per informazioni, scrivete a Elena Meynet (elena@iltrillodeldiavolo.it) oppure ad Angelo Musumarra (radio@12vda.it).

Vi aspetto!

2004/10/22

[IxT] Convegno antibufala a Torino il 5-7 novembre

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "roberto.ros***" e "giunti".

Vi siete mai chiesti come lavorano e che faccia hanno gli acchiappabufale? Se volete saperne di più sulle leggende metropolitane, sui meccanismi psicologici che le alimentano e sulle tecniche usate per indagarle, Torino è la città che fa per voi: tenetevi liberi dal 5 al 7 novembre per un week-end lungo all'insegna delle "Contaminazioni".

Si intitola così, infatti, il primo convegno italiano sulle leggende metropolitane, organizzato dal Gruppo Regionale Piemonte del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) in collaborazione con il CeRaVoLC (Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee).

Al centro congressi "Torino Incontra" si raduneranno alcuni dei più attivi studiosi italiani e stranieri del settore: ci sarà anche un intervento del professor Jan Harold Brunvand dell'Università dello Utah, una delle massime autorità sulle dicerie e le voci che circolano su Internet e nella vita reale e che sotto sotto influenzano le nostre scelte e le nostre opinioni.

I relatori, raccolti nella giornata del 6 novembre, saranno Lorenzo Montali, Laura Bonato, Jean-Bruno Renard, Danilo Arona, Peter Burger, Marino Niola, Carlo Presotto, Paolo Toselli, Cesare Bermani e Mariano Tomatis; i moderatori saranno il giornalista Piero Bianucci e il segretario nazionale del CICAP, Massimo Polidoro. Ci sarà anche uno spazio per il sottoscritto: vi rivelerò le mie segretissime tecniche d'indagine, così potrete diventare anche voi detective antibufala.

Sarà per molti di noi "cacciatori di bufale" la prima occasione di incontrarci faccia a faccia e di scambiare due chiacchiere con i nostri lettori, per cui l'atmosfera si preannuncia elettrica e divertente, con un misto di rigore scientifico e di informalità e con ampio spazio per le domande del pubblico.

Come contorno al convegno, ci saranno anche uno spazio per le indagini degli appassionati, una mostra antologica sulle leggende metropolitane e un viaggio nella misteriosa Torino sotterranea (5 novembre): attenzione, dunque, ai coccodrilli nelle fogne.

Il convegno è aperto a tutti e gratuito, ma per agevolare l'organizzazione è buona cosa prenotarsi scrivendo a leggende@cicap.org oppure visitando il sito di Contaminazioni, dove trovate tutti i dettagli e il programma.

Vi aspettiamo!

2004/10/17

[IxT] Acchiappavirus, problemi di scaricamento?

Se avete problemi per scaricare "L'acchiappavirus" presso Virgilio, chiarisco la procedura:

- attivate javascript, se l'avete disattivato
- andate a http://mio.discoremoto.virgilio.it/paoloattivissimo
- cliccate nella casella a sinistra del file che vi interessa e poi cliccate su Scarica
- nella schermata successiva, cliccate su Salva e inizierà lo scaricamento

Se la cosa vi funziona male o ci sono altri problemi, ho messo il testo integrale anche sul mio server, qui.

Cercate però di usare la versione presso Virgilio, se possibile, in modo da non sovraccaricare il mio server.

Grazie e ciao da Paolo.

[IxT] Acchiappavirus finale!

Il testo integrale e (spero) finale dell'Acchiappavirus è pronto e disponibile per lo scaricamento e (se vi va) la revisione.

Ho preparato i capitoli 13, 14 e 15, il glossario e le note, che consegnerò lunedì 18/10 (domani). Su questi capitoli, quindi, avete tempo fino a stanotte per segnalarmi refusi, omissioni, errori e schifezze varie, come già state facendo (grazie!).

Per evitare intasamenti del mio povero server, i file sono reperibili presso Virgilio.it.

I file sono:

  • acchiappavirus-cap1-12.zip (3,5 MB): Capitoli 1-12
  • acchiappavirus-cap13-15fine.zip (1,5 MB): Capitoli 13-14-15, glossario e note
  • acchiappavirus-tutto.zip (4,2 MB): Il testo completo (la somma dei primi due file)

Due (ok, tre) piccole avvertenze per i revisori:

  • Rispetto alla versione precedente, i capitoli 13 e 14 sono stati invertiti per metterli in una sequenza più logica
  • Le note e i relativi numeri non saranno presenti nella versione cartacea, ma resteranno in quella online. Sono lì per tenere traccia delle fonti delle affermazioni che faccio. Si tratta più che altro di appunti di lavorazione o di approfondimenti che purtroppo devo tagliare per ragioni di brevità nella versione su carta.
  • Nei primi 12 capitoli, i simboli "$$" sono promemoria per correzioni che verranno introdotte quando mi tornano le bozze d'impaginazione. Ignorateli. Lo stesso vale per le evidenziazioni in giallo intenso: sono soltanto promemoria di cose da verificare nell'impaginazione.

Grazie ancora e ciao da Paolo.

[IxT] Acchiappavirus: se non riuscite a scaricarlo...

... a causa del (possibile) troppo traffico su www.attivissimo.net, c'è una copia del testo qui.

Per tutti coloro che mi hanno gentilmente offerto spazio per "mirror" del libro: vediamo se riusciamo a far fondere il server di Virgilio. Meglio che fonda il loro, piuttosto che il vostro :-)

2004/10/16

[IxT] Acchiappavirus: pronto un altro capitolo

Se vi interessa a leggere e rivedere in anteprima il mio prossimo libro, il tredicesimo capitolo è a vostra disposizione (insieme agli altri dodici) su Attivissimo.net.

I dodici capitoli precedenti sono già in mano all'editore per l'impaginazione e a questo punto sono modificabili soltanto in misura limitata (salvo errori macroscopici). Se ci sono segnalazioni, fatele in fretta, perché il tempo stringe!

Questo tredicesimo, invece, verrà consegnato all'editore lunedì, per cui avete tempo fino a domenica notte per snidare refusi e schifezze varie e meritarvi una citazione nei ringraziamenti (a proposito, ditemi subito come volete essere citati, se con nome e cognome o con il vostro nome d'arte).

Vorrei ringraziarvi tutti per la catasta di segnalazioni, suggerimenti, correzioni di errori che non avrei mai notato a furia di leggere e rileggere; siete magnifici. Spero che il prodotto finito sia all'altezza del contributo che avete dato (e che lo siano anche le vendite!).

2004/10/15

[IxT] Aggiornamento su Indymedia

Punto Informatico ha appena pubblicato che la richiesta di sequestro ha origini italiane.

Indymedia dichiara che "La pm Marina Plazzi che indaga sulla FAI e sui pacchi bomba a Prodi aveva chiesto l'acquisizione di alcune informazioni su notizie passate su Indymedia" e che "questo ordine è stato interpretato in senso quantomai estensivo da parte dell'FBI che ha proceduto a un sequestro vero e proprio, un eccesso molto grave, che non è stato ovviamente convalidato".

Con buona pace di chi era saltato subito alla conclusione che i "cattivi" erano gli americani.

Nota (16/10/04): nel senso che quello che conta è il mandante, che è molto più vicino a casa; l'FBI è stato un semplice esecutore, magari troppo zelante.

2004/10/14

Curiosità: ma che cavolo dice Gandhi?

Gandhi manipolato dalla Telecom


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "u.mazzotta", "ldebenedictis" e Sandro Cecchi.

E meno male che io sono inglese madrelingua! Non si capisce quasi niente di quello che dice Gandhi nello spot di Telecom Italia (Quicktime) firmato Spike Lee.

Bello il commento di un lettore di Zeus News:

Una pubblicità corretta... che illustra bene la qualità dei servizi proposti: infatti benché parli lentamente in inglese non si riesce a capire cosa dice.

Ecco le parole di Gandhi nello spot:

"If you want to give a message, it must be a message of 'Love', it must be a message of 'Truth'. I want to capture your hearts. Let your hearts clap in unison with what I’m saying. A friend asked yesterday, "Did I believe in one world?" How can I possibly do otherwise? Of course I believe in one world".

Traduco:

"Se volete dare un messaggio, deve essere un messaggio di amore, deve essere un messaggio di verità. Voglio catturare i vostri cuori. Lasciate che i vostri cuori battano all'unisono con quello che dico. Ieri un amico mi ha chiesto se credo in un mondo unito. Come potrei fare altrimenti? Certo che credo in un mondo unito".

Il bello è che questo non è proprio quello che disse Gandhi. Le parole sono tratte dal discorso "One World“, tenuto il 2 aprile 1947 a Nuova Delhi, nella sessione conclusiva della Conferenza sui Rapporti Inter-Asiatici, di fronte a oltre 20.000 visitatori, delegati e osservatori.

Questo è quello che ha detto realmente Gandhi secondo la trascrizione che ho trovato online:

If you want to give a message again to the West, it must be a message of 'Love', it must be a message of 'Truth'. There must be a conquest...

[applausi]

... please, please, please. That will interfere with my speech, and that will interfere with your understanding also. I want to capture your hearts and don't want to receive your claps. Let your hearts clap in unison with what I'm saying, and I think, I shall have finished my work. Therefore, I want you to go away with the thought that Asia has to conquer the West. Then, the question that a friend asked yesterday, "Did I believe in one world?" Of course, I believe in one world. And how can I possibly do otherwise, when I become an inheritor of the message of love that these great un-conquerable teachers left for us?

Notate il rimontaggio e la mancanza di quei "to the West" ("all'Occidente") e di "Asia has to conquer the West" ("l'Asia deve conquistare [moralmente] l'Occidente"), decisamente troppo ingombranti e fastidiosi. Bisogna ovviamente tenere presente qual è l'Occidente cui si riferisce: quello del 1947, quando l'India era ancora colonia britannica.

[IxT] Indymedia dissequestrata, ma ora tocca a Pino Scaccia

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "Un anonimo", "kappateo" e "fircla".

I dischi rigidi dei server di Indymedia sequestrati il 7 ottobre scorso sono stati restituiti, apparentemente intatti, a Rackspace ieri pomeriggio (13/10), stando a un comunicato di Indymedia.

Le esatte motivazioni del sequestro restano tuttora ignote. Essendo il sequestro coperto dal segreto istruttorio, è estremamente difficile avere dati certi che chiariscano i termini della situazione, e ragionare sulle ipotesi è pericoloso. Per esempio, le foto di agenti svizzeri in borghese pubblicate da Indymedia, che molti hanno sospettato siano la causa del sequestro, sono al momento soltanto una motivazione ipotetica non confermata.

È invece abbastanza assodato che il procedimento di sequestro è scaturito da un'indagine nata al fuori degli Stati Uniti e su richiesta delle autorità svizzere e italiane.

La dichiarazione di Rackspacequi, citata da The Register:

... an investigation that did not arise in the United States.

La dichiarazione dell'FBI all'Agence France Presse:

The FBI acknowledged that a subpoena had been issued but said it was at the request of Italian and Swiss authorities. "It is not an FBI operation," FBI spokesman Joe Parris told AFP. "Through a legal assistance treaty, the subpoena was on behalf of a third country".

Essendo il sequestro avvenuto in territorio inglese, la faccenda coinvolge sicuramente l'Home Office (Ministero dell'Interno). Se il sequestro è avvenuto per acquisire prove da presentare in tribunale, gli atti dell'eventuale processo dovranno rivelare le modalità di acquisizione per confermare che siano legali e quindi ne sapremo qualcosa in più. Sono già state presentate interpellanze in proposito al Ministro dell'Interno David Blunkett. La risposta è attesa a breve, secondo The Register.

Il caso Indymedia è importante perché ha delle conseguenze per chiunque pubblichi qualcosa su Internet: dalle testate "istituzionali" fino all'ultimo dei blogger.

Infatti si possono condividere o meno le idee di Indymedia, ma resta il fatto che è stata oscurata una testata giornalistica (sì, Indymedia è una testata giornalistica, perché in moltissimi paesi fare giornalismo è un diritto automatico e non richiede una tessera dell'Ordine). Ed è stata oscurata senza che vi fossero necessità tecniche: se le autorità avessero voluto i dati dei dischi, avrebbero potuto copiarli senza rimuoverli, come da prassi giuridicamente consolidata, e senza neppure farlo sapere a Indymedia.

Inoltre l'oscuramento è avvenuto senza dare alcuna giustificazione e anzi dando ordine a Rackspace di non discuterne i dettagli con la testata stessa, secondo la prassi vigente in Inghilterra. Indymedia, quindi, non sa di cosa è accusata. Quali che siano i motivi più o meno validi dell'azione di sequestro, è una situazione più acconcia a un regime totalitario che alla teoricamente civile Europa.

Ma che c'entra Pino Scaccia, il giornalista RAI? C'entra perché c'è un parallelo interessante. Scaccia, infatti, è stato colpito proprio in questi giorni da un esposto-denuncia perché qualcuno ha pubblicato, nel blog del giornalista, un commento che ha violato la privacy di un minore.

A un giornalista RAI viene dunque contestata una violazione per molti versi analoga a quella contestata, perlomeno in via informale, a Indymedia (anche le foto degli agenti, infatti, non erano state pubblicate direttamente dai gestori di Indymedia, ma facevano parte di un commento di un partecipante a un forum).

Scaccia non rischia il sequestro degli hard disk per una settimana, ma la punizione e l'espulsione dall'Ordine dei Giornalisti. Rischia il posto di lavoro, gestito con correttezza per trent'anni, per una cosa che non ha scritto lui, ma è stata affissa da un lettore anonimo.

Anche per Pino Scaccia dovrebbero esserci sviluppi a breve: l'udienza si tiene domani (venerdì). La notizia è riportata da Punto Informatico e commentata nel blog di Scaccia.

In entrambi i casi, sembra che si stia stabilendo un principio molto pericoloso: chi gestisce un sito che ospita commenti pubblicati dai lettori risponde in prima persona per quei commenti. È come se i condomini fossero responsabili per gli insulti scarabocchiati sui muri del condominio da vandali con le bombolette.

Viene spontaneo chiedersi, a questo punto, che cosa succede se qualche malintenzionato scrive frasi ingiuriose o lesive della privacy nei commenti di siti come Punto Informatico o Zeus News, o nei forum della Rai, o in un blog. Di fronte a episodi come questi, molti responsabili di siti d'informazione e blog potrebbero sentirsi in dovere di spegnere per prudenza le aree di discussione e commento, con grave danno per la libertà di comunicazione in Rete. E così i casi di Indymedia e di Pino Scaccia, apparentemente così lontani, finirebbero per toccare ognuno di noi.

2004/10/13

[IxT] Antibufala: Luca, 8 anni, colpito da panencefalite subacuta sclerosante

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "Kirocop", "m.scordamaglia" e "stefanochie**".

Sta circolando molto intensamente dai primi di ottobre un appello per Luca, un bambino affetto da "panencefalite subacuta sclerosante". L'appello invita a contattare l'indirizzo email angela2272@inwind.it e a inoltrarne copia a tutti gli indirizzi che conoscete.

L'appello cita, in particolare, "un articolo sul quotidiano La Stampa di Torino in data 29/09/04". L'articolo esiste e quindi è presumibile che il caso descritto nell'appello sia, purtroppo, autentico.

L'articolo su La Stampa di Torino risale appunto al 29/9/2004, nella sezione "Torino cronaca", pagina 49, è a firma di Marco Accossato e conferma quanto descritto nel messaggio. È attualmente consultabile via Internet negli archivi del giornale (www.lastampa.it), ma verrà rimosso trenta giorni dopo la pubblicazione, restando disponibile soltanto agli abbonati. Ne ho comunque conservata una copia.

Non lo riporto integralmente per ragioni di diritti d'autore, ma l'articolo riporta nomi e cognomi della famiglia coinvolta e spiega che la panencefalite è una malattia rara, "una complicazione del morbillo contro il quale non era stato vaccinato". La vaccinazione contro il morbillo, infatti, è facoltativa. I primi sintomi di Luca risalgono a dicembre 2003. Secondo l'articolo, "Luca non compirà 15 anni, se non troverà un medico e una medicina che possano aiutarlo". È in cura presso l'ospedale Regina Margherita.

L'appello diffuso via Internet ha consentito a una parente di scoprire che esiste "un'associazione di famiglie con lo stesso problema a Cagliari e in Francia", di cui in ospedale si ignorava l'esistenza.

Molte informazioni sulla panencefalite subacuta sclerosante sono reperibili in Rete digitandone il nome in Google. Come indicato nell'appello, l'equivalente inglese è "subacute sclerosing panencephalitis".

Le prime segnalazioni dell'appello mi sono pervenute il 5 ottobre 2004. Al momento non sono in grado di confermare che la casella di e-mail citata nell'appello sia ancora funzionante.

Questa breve indagine vuole soltanto autenticare un appello del quale molti, inevitabilmente, hanno dubitato, vista l'abbondanza di appelli senza data e senza nomi che circola su Internet, spesso con fini poco chiari. Ai genitori di Luca va tutta la mia solidarietà di padre.

L'indagine antibufala è su Attivissimo.net.

2004/10/10

[IxT] Sequestro Indymedia, aggiornamento: le foto (senza nomi)

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "frugolo1", "mperri82" e "Nella".

Numerosi siti Web stanno segnalando la disponibilità di copie delle pagine di Indymedia sequestrate che ritrarrebbero due agenti in borghese. Se le copie sono autentiche, nelle pagine che Indymedia ritiene siano la causa del sequestro non ci sono i nomi degli agenti, ma soltanto alcune loro foto a distanza ravvicinata, sufficiente a identificarne i lineamenti con estrema chiarezza.

Non troverete link alle copie delle pagine in questa newsletter. È uno scrupolo di prudenza, per due ragioni: la prima è che desidero comunque tutelare la sicurezza degli agenti ritratti nelle foto (se sono agenti); la seconda è che mi trovo in territorio inglese. Avere una visita della polizia di Sua Maestà non mi va: non stasera, ho un libro da finire! Chiunque sappia usare la cache di Google o visiti alcuni dei siti più popolari della Rete troverà i link.

Le foto indicate come copie di quelle sequestrate sono scattate in una località svizzera, visto che in una si scorge chiaramente una cabina della Swisscom.

Se la loro autenticità venisse confermata, l'ipotesi di reato andrebbe ridimensionata: Indymedia non avrebbe violato la riservatezza di due agenti così gravemente come sembrava inizialmente. Le mie considerazioni si basavano su questo aspetto, che però sarebbe falso: che cosa vi devo dire, è stata proprio Indymedia a parlare di "nomi e facce" qui.

[Nota: questa newsletter è stata corretta per rimuovere un paragrafo che conteneva un errore di interpretazione dovuto a una virgola mancante in una frase di Indymedia; la frase sembrava dicesse che le foto erano ambientate a Seattle. Scusate.]

Qualcosa non quadra. Forse non è questo il motivo del sequestro, o forse le foto non sono quelle incriminate.

Comunque sia, qualora le copie fossero autentiche, parte dei miei commenti sarebbe fuori luogo. Resta da valutare se pubblicare, o consentire la pubblicazione, delle foto di due persone e dire "questi sono due agenti in borghese", sia pure senza i loro nomi, sia un comportamento saggio e corretto da parte di qualsiasi organizzazione. E se non fossero agenti?

Fra l'altro, le parole che accompagnano le foto non sono, come dire, un esempio di fair play:

Comme le dit l'un des 2 inspecteurs : « J'ai vu deux de mes collègues se faire lyncher pendant les manifs anti-OMC, en 1998, raconte un inspecteur. Je ne l'oublierai jamais. »

Peut etre qu'il y a d'autres choses que cet inspecteur n'obliera jamais ! Car il n'y a pas que le Carpacio comme plat qui se mange froid !

Il mio francese sarà arrugginito, ma credo di capire a cosa allude la frase "il carpaccio non è l'unico piatto che si serve freddo".

Vi piacerebbe essere ritratti sotto una didascalia del genere?

Concludo con un altro dettaglio: secondo una segnalazione su Cryptome.org, sito solitamente abbastanza affidabile, il coinvolgimento USA sarebbe molto indiretto. In sostanza, l'FBI avrebbe dichiarato di non aver alcuna indagine in corso sull'argomento, ma di aver semplicemente agito da tramite nel trasmettere la richiesta svizzera di assistenza pervenuta tramite le autorità italiane, come previsto dagli accordi internazionali.

L'iter sarebbe stato questo: la Svizzera avrebbe chiesto l'assistenza dell'Italia, che a sua volta l'avrebbe chiesta a USA e Regno Unito perché Rackspace è una società USA con filiale in Inghilterra.

[IxT] Due righe veloci sul caso Indymedia

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "silvio.bacch****", "girello" e "al.bergiu".

Come probabilmente già sapete, i server inglesi di Indymedia, l'organizzazione indipendente di raccolta di informazioni, sono stati sequestrati il 7 ottobre. I server contengono numerose edizioni internazionali di Indymedia, compresa quella italiana.

Comprensibilmente, molti hanno gridato allo scandalo e al complotto USA contro la libertà. Sarebbe molto bello se il mondo fosse davvero così in bianco e nero, ma le cose sono un po' più complicate. Vi vorrei dare qualche spunto d'informazione e di riflessione, visto che qui, al di là del caso specifico, è in gioco un equilibrio molto delicato: quello fra diritto all'informazione e diritto alla privacy.

Innanzi tutto, molti hanno avuto l'impressione che l'FBI sia piombata in Inghilterra e abbia fatto quello che le pareva. Calma un attimo: l'FBI non ha giurisdizione nel Regno Unito. Deve chiedere alle autorità di sicurezza locali, come è successo in casi analoghi per l'arresto di vandali informatici. Può assistere alle operazioni, ma non può agire autonomamente. Quindi è scorretto titolare "l'FBI sequestra i dischi di Indymedia".

Ci sono accordi internazionali fra le forze di polizia appositamente predisposti, che regolano i termini di queste collaborazioni e richiedono comunque che il reato sia considerato tale dalle autorità locali. Non basta la parola dell'FBI: ci vuole un ordine legale emesso secondo le leggi vigenti del paese. Ovviamente, essendo i due paesi legati da una lunga tradizione di collaborazione, un ordine legale di questo genere viene emesso abbastanza facilmente.

Rackspace USA afferma che l'accordo in base al quale è stato eseguito il sequestro (senza notificare Indymedia) è il Mutual Legal Assistance Treaty (MLAT). Ne parla The Register qui (in inglese).

Questo trattato, però, definisce procedure di reciproca assistenza per i casi di terrorismo internazionale, rapimento e riciclaggio di denaro. Ma Indymedia non è accusata di nessuno di questi crimini.

A dire la verità, non si sa neppure di cosa sia accusata. Tuttavia il silenzio di Rackspace UK, e la mancata notifica a Indymedia, non sono atti di prevaricazione autoritaria: sono obblighi della legge britannica, che vieta alle parti in causa di discutere un provvedimento che le colpisce, per evitare di interferire con le indagini e di coinvolgere persone che magari non c'entrano nulla. Questo è un fatto ben noto a chi si occupa d'informazione e informatica in Inghilterra.

L'idea può piacere o non piacere, ma mi sembra indubbio che i responsabili di Indymedia, consci di avere a che fare spesso con informazioni scottanti e fastidiose per i potenti di turno, avrebbero dovuto riflettere più attentamente prima di depositare i propri server in territorio inglese. Ci sono molti altri paesi che offrono garanzie superiori. Inoltre, da un punto di vista strettamente informatico, mi stupisce la mancanza apparente di un backup (Indymedia afferma di aver "perso molto del materiale presente" sui propri server).

Il muro di silenzio, comunque, non è impenetrabile. C'è infatti una teoria abbastanza solida sulle possibili ragioni del sequestro. Secondo l'articolo di The Register e il comunicato di Indymedia, disponibile qui in italiano.

La ragione più probabile sarebbe la presenza, nella sezione Indymedia Nantes dei server, di alcuni "articoli con nomi e facce di poliziotti svizzeri in borghese infiltrati durante una manifestazione di piazza", quindi in un luogo pubblico. L'FBI ne aveva richiesto la rimozione alcuni giorni fa, ma "il procedimento era ancora in fase di formalizzazione al momento della sottrazione dei computer". La richiesta sarebbe stata motivata, dice Hep Sano, rappresentante di Indymedia, dal fatto che gli articoli "rivelavano informazioni personali" sui poliziotti in borghese. Nessuna delle fonti direttamente interessate ha confermato l'ipotesi di coinvolgimento delle autorità italiane fatta da alcuni organi di stampa.

La pista elvetica sembra confermata da una dichiarazione di Rackspace a Indymedia, citata da The Register: la richiesta proverrebbe appunto dalla polizia svizzera. Indymedia ritiene che le foto fossero state rimosse dai server prima del sequestro, ma ovviamente non può verificarlo, perché i dati dei server sono inaccessibili.

Se le cose stanno così, ci sono alcuni punti da ponderare. Indubbiamente il sequestro integrale dei server è una misura esagerata, perché lede gravemente il diritto all'espressione e all'informazione. Ma va considerato anche il diritto di chi lavora nelle forze dell'ordine, e delle loro famiglie, a non essere indicato per nome e cognome e indirizzo: è lo stesso diritto che spetta a ogni cittadino, e che nel caso di chi opera in settori delicati è addirittura rafforzato per ragioni fin troppo ovvie. Quel poliziotto in borghese che oggi assiste a una manifestazione, domani potrebbe aver bisogno di tutelare il proprio anonimato (e la vita dei propri figli) durante un'indagine antimafia.

Molti si lamentano dell'invasività delle telecamere di sorveglianza e non desiderano essere ripresi, neppure nei luoghi pubblici, e lo considerano anzi un diritto assoluto. Mi sta bene. Ma è difficile conciliare questa lamentela con la pubblicazione online di foto di persone con tanto di nome, cognome e indirizzo, ritratte in un luogo pubblico. Un diritto è un diritto, e non si annulla soltanto perché la persona coinvolta non la pensa come noi o perché la parte lesa non siamo noi ma è qualcun altro.

Si fa in fretta ad accusare di prevaricazione e gridare al complotto liberticida. Indubbiamente trovarsi la polizia in ufficio con un ordine di sequestro non è piacevole. Ma se le foto e i nomi e cognomi pubblicati online fossero stati i vostri, non avreste reclamato a gran voce l'intervento di quelle stesse forze dell'ordine per toglierli dalla Rete al più presto?

Forse, ripeto forse, sequestrare i server era la procedura legale più spiccia per tutelare i diritti dei cittadini di cui era stata violata pericolosamente la riservatezza. Forse, ripeto forse, Indymedia poteva riflettere prima di commettere un atto di scorrettezza del genere.

Forse, ripeto forse, il torto sta da entrambe le parti, e dare la colpa a una sola è una scelta troppo semplice. E a molti piacciono le scelte semplici: evitano la fatica di pensare.

Ciao da Paolo.

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(C) 2004 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net). Questo articolo è distribuibile e ripubblicabile liberamente, purché sia inclusa la presente dicitura.

2004/10/09

[IxT] Acchiappavirus: pronta versione più leggera ma più completa

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "troll.fata", "leonardo.cr**i" e "pietromo**i".

Scusate se non sto rispondendo alla posta, e soprattutto ai tanti che mi hanno mandato l'appello che circola a proposito delle "due Simone arraffasoldi". Sto correndo per chiudere il libro e quindi ho dovuto mettere temporaneamente in coda le indagini antibufala.

Per il momento, vista la serietà delle accuse contenute nell'appello (che le spara senza darne delle fonti), diffonderlo senza averlo verificato è come al solito un gesto irresponsabile. Prometto di indagare quanto prima: se nel frattempo qualcuno ha informazioni da fonti attendibili, le leggerò volentieri.

Molti mi hanno scritto anche per un'altra ragione: non sono riusciti a scaricare da Attivissimo.net le bozze del mio prossimo libro, che ormai sapete bene come s'intitola. La ragione è molto semplice: siete riusciti a sovraccaricare il server. Non mi aspettavo un interesse così consistente: spero di meritarmelo.

Ho completato altri due capitoli importanti, che spiegano come usare la posta e il Web in modo sicuro e come "irrobustire" Outlook Express (non ridete, si può, si può), e li ho aggiunti al file scaricabile, che adesso è in formato PDF compresso, nella speranza che sia più leggero da scaricare. Se qualcuno ha dei mirror (spazi Web alternativi) dove ospitarlo, mi scriva.

Il libro è a vostra disposizione per la lettura, correzione e revisione qui.

2004/10/07

[IxT] Acchiappavirus: dieci capitoli pronti, copertina inquietante; quiz Gmail; ci vediamo a Torino?

Questa newsletter vi arriva grazie alla gentile donazione di Giovanni Battini.

Sono pronti per la vostra sagace revisione dieci capitoli finali (circa 150 pagine) de "L'acchiappavirus": una miniguida a firewall, antivirus, backup, posta sicura, dialer, spyware e agli altri problemi e metodi di sicurezza.

Questi sono capitoli sostanzialmente pronti per la consegna all'editore, che avverrà tra pochi giorni: potete quindi considerarli un'anteprima di quello che troverete nelle librerie (il testo integrale continuerà a essere scaricabile gratis dal mio sito). Comprendono anche le novità del Service Pack 2, che però sono descritte a parte.

Se la cosa vi interessa, potete scaricare l'Acchiappavirus qui in formato PDF daqui, dove trovate anche le semplici istruzioni da seguire se vi va di rivederlo e guadagnarvi un posto nei ringraziamenti del libro.

Una nota di cautela per gli impressionabili: in un impeto di incoscienza, l'editore ha deciso che mi vuole in copertina. Ne trovate una bozza nel file scaricabile. E' a bassa risoluzione per ridurre i danni alla retina, ma la legge contro gli infortuni mi obbliga ad avvertirvi lo stesso.


Quiz Gmail, e allora?


Scusate se non ho chiuso l'ultimo quiz Gmail: sono alle prese con la chiusura dell'Acchiappavirus. La soluzione, come hanno indovinato ben 136 di voi, era Catherine Bell, l'interprete del telefilm JAG, che ha prestato le sue grazie come controfigura di Isabella Rossellini in "La morte ti fa bella".

I diciassette più veloci a rispondere riceveranno direttamente l'invito Gmail nel fine settimana.


Ci vediamo a Torino?


Sabato 6 novembre sarò a Torino, al convegno "Contaminazioni" organizzato dal Cicap e dal CeRaVoLC e dedicato alle leggende metropolitane. Farò una chiacchierata in cui racconterò tecniche e segreti delle indagini online e ci sarà un dibattito con altri cacciatori di bufale e indagatori dell'insolito.

L'ingresso è gratuito: per ragioni organizzative, tuttavia, è gradita la preiscrizione. Tutti i dettagli sono qui.

2004/10/05

Banconote anticopia: i nuovi 50 dollari

In uscita nuove banconote anticopia da 50$


Il Bureau of Engraving and Printing offre immagini a bassa qualità delle nuove banconote da 50 dollari, per risolvere il problema che molti utenti hanno scoperto con sorpresa: molti moderni programmi di grafica e molte fotocopiatrici a colori si rifiutano di acquisire immagini di banconote.

The technology, known as the Counterfeit Deterrence System, was designed by a consortium of 27 central banks in the United States, England, Japan, Canada and across the European Union, the Central Bank Counterfeit Deterrence Group....Most companies have never publicly revealed to customers they include such counterfeit protections in products....Precisely how the technology works is a mystery. The U.S. government keeps its inner workings a closely guarded secret, arguing that disclosing too much information could help counterfeiters circumvent protections.

La Associated Press dice di aver rivelato per prima la tecnologia segreta e ha tentato di ottenere maggiori informazioni. Niente da fare:

The Federal Reserve earlier this year denied a request and an appeal by The Associated Press under the U.S. Freedom of Information Act to learn some details about the system. The AP [...] sought to learn whether the technology surreptitiously tracks consumers who try to copy bills, which U.S. agencies and private vendors built it, and how much it cost. The reserve's board of governors told the AP it located a stack of papers 52 inches tall about the mysterious technology but agreed to release only 14 pages. It said the other documents represented trade secrets, internal letters or law enforcement procedures that couldn't be disclosed under the information act.

Euroburocrati distruggono il Galles

Nella copertina di un manuale Eurostat, l'Eurostat Statistical Compendium, i geni dell'euroburocrazia hanno letteralmente cancellato il Galles. Come diavolo si sono procurati una mappa d'Europa priva del Galles?

Ma se non riescono neppure a fare correttamente una copertina con la mappa del continente, possiamo fidarci del controllo qualità sul resto del loro lavoro?

Fonte (con immagini): BBC.

Toh guarda, immagini assassine anche per Mac

L'aggiornamento di sicurezza arrivato oggi sul mio iBook contiene una patch che corregge una vulnerabilità per certi versi simile a quella della JPEG assassina che sta funestando il mondo Windows.

Infatti la patch di oggi, stando alla descrizione Apple, corregge (fra le altre cose) una falla di Quicktime, etichettata CAN-2004-0926, che consente a un'immagine in formato BMP di sovrascrivere la memoria heap, aprendo quindi la strada a eventuale codice ostile annidato nell'immagine.

Traduzione: anche il Mac può essere danneggiato attraverso le immagini. Non sembra un problema così vasto come quello delle JPEG di Windows, perché per esempio Quicktime non viene invocato dal browser per visualizzare le immagini e quindi non dovrebbe essere possibile infettarsi visualizzando un'immagine online. Né, che io sappia, ci sono in giro "virus" o altri tipi di exploit che sfruttino questa falla. Comunque sia, non è piacevole.

2004/10/01

[IxT] Antibufala: l’INPS scippa le liquidazioni!

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di Giovanni Battini, "troll.fata", "leonardo.cr***" e "pietromo**i".

Sta circolando con l'intensità frenetica del miglior panico un appello via e-mail, secondo il quale l'INPS starebbe per scippare le liquidazioni.

L'appello annuncia che "Nei prossimi mesi verrà applicato il famoso decreto legge sul TFR (trattamento di fine rapporto=liquidazione) con il silenzio-assenso....Significa che se non facciamo niente, il nostro TFR verrà tolto dalla gestione delle nostre aziende ed assorbito in un fondo gestito dall'INPS comune a tutte le categorie."

L'appello afferma che questo significa che "non rivedremo mai più il capitale, ma solo un vitalizio a fine carriera di cui non si sa il valore" e che "se non si esprime volontariamente il diniego a questo trasferimento entro i sei mesi dall'approvazione del decreto, il 100% del TFR verrà definitivamente perso ed incorporato nel fondo comune di cui sopra".

Come se non bastasse, secondo l'appello "Se il mio TFR viene assorbito, non potrò più riaverlo neppure per motivi di salute o per la ristrutturazione o l'acquisto della casa, come invece avviene adesso".

L'allarme sarebbe urgente, perché "Il decreto dovrebbe essere attuato verso novembre". E nella migliore tradizione delle catene di sant'Antonio, l'appello si conclude con un classico "SPERO CHE INVIERETE A PIU' PERSONE POSSIBILE QUESTE POCHE RIGHE".

Al momento in cui scrivo queste righe, l'appello ha appena iniziato a circolare: le prime segnalazioni mi sono giunte il 30 settembre 2004. Anche l'archivio dei newsgroup di Google non riporta nulla prima di questa data. Inoltre la materia fiscal-previdenziale, soprattutto quando c'è di mezzo il caos delle leggi italiane, è un vero labirinto, per cui l'indagine si preannuncia molto impegnativa. Se qualche esperto in materia può darmi una mano, gliene sarò grato.

Per il momento, quindi, questo appello non è ancora classificabile con certezza come bufala o non bufala e resta sotto indagine.

Comunque stiano le cose, occorre molta cautela nel diffondere questo tipo di appello. Vista la natura quasi "terroristica" del messaggio (vi scippano la liquidazione!!), c'è il rischio di creare un allarme eccessivo.

Sulla base delle informazioni che ho fino a questo punto, consiglierei come al solito di informarsi presso fonti affidabili prima di dare credito all'appello e diffonderlo. Del resto, è quello che dice persino l'appello, almeno in alcune sue varianti.

Un lettore (claudio.vern****) mi ha inviato un comunicato attribuito alla CISL (ne sto verificando l'autenticità) che sembra smentire quanto riportato dall'appello.

Il comunicato, datato 1 ottobre 2004, non si riferisce esclusivamente al testo dell'appello citato qui sopra, ma anche ad altri appelli analoghi circolanti in Rete. Vi consiglio di leggere integralmente il comunicato originale, reperibile con i dettagli e gli aggiornamenti di quest'indagine presso il Servizio Antibufala:

http://www.attivissimo.net/antibufala/tfr/tfr_sottratto.htm


Il comunicato CISL smentisce in più punti le varie affermazioni fatte dall'appello.

C'è anche un articolo tratto da "La Stampa Web" e riportato dal sito della Filcams/CGIL, che sembra smentire l'appello.

http://www.filcams.cgil.it/stampa.nsf/0/87c5b7aedddcafedc1256ee10036568f?OpenDocument

Secondo un comunicato COBAS datato 21 settembre 2004 e gentilmente inviatomi da una lettrice (l.villa), la riforma previdenziale dalla quale scaturisce questa serie di novità sarebbe stato approvato "il 29 luglio scorso" [2004] dal "Parlamento (con il voto di fiducia)". Sto chiedendo conferme di autenticità anche per questo comunicato, che è effettivamente piuttosto strano, dato che contiene, fra i dati "nascosti" dal sempre fido Microsoft Word nell'originale, le parole "I VIAGGI DEL VENTAGLIO".

Se leggendo i dettagli dell'indagine vi è venuto il mal di testa da burocratese, siete in buona compagnia: per questo per ora mi fermo qui.

In conclusione, sulla base dei dati raccolti fin qui, è sì in corso un importante cambiamento nella gestione delle liquidazioni, ma non nei termini descritti dall'appello. Diffonderlo è quindi fare disinformazione.

[IxT] Quiz Gmail finale: la soluzione

La risposta al quiz di ieri era Catherine Bell, interprete in divisa del telefilm JAG e controfigura di Isabella Rossellini in "La Morte ti fa bella".

Complimenti a chi ha trovato la soluzione esatta!

[IxT] Quiz per Gmail: i vincitori e un ultimo quiz

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "Maurino", "c.ostorero" e Gabriele Giambonini.

Ecco la lista dei pochi che sono riusciti a risolvere l'ultimo quiz "socialmente utile" della newsletter, che aveva in palio una casella Gmail. Il quiz consisteva nel trovare e mandarmi una scansione della pagina incriminata di un libro di testo contenente un passaggio controverso. L'indagine antibufala che ne è nata è qui, con gli aggiornamenti pubblicati dalla DeAgostini e da L'Unità.

Il quiz si è rivelato più arduo dei precedenti, per cui non occorre stilare una classifica dei più veloci. Ecco quindi in ordine sparso i vincitori:

  • rutger
  • mbuon2000
  • dal8796
  • lozzioedo


Questi sono i soli che hanno risolto in pieno il quiz e quindi si aggiudicano a pieno titolo una casella Gmail. Anzi, visto che sono così pochi, ho inviato loro due caselle ciascuno: una per loro, e una da regalare a qualcuno.

Tuttavia ci sono altri lettori che hanno contribuito altre informazioni preziose per l'indagine antibufala, per cui mi sembra giusto dare anche loro una casella:

  • frasca57
  • ucchan
  • heather82
  • warp10
  • gaefvill


Grazie, fra l'altro, a tutti i donatori di caselle: Gianluca Meggio****, Pierpaolo Lucci*****nio, Gabriyel M****, Marco Anto****, L'esorciccio, Roberto Cor****, Chiara P***, Andrea "teknux", massimiliano, Lorenzo B**da e Roberto.

Mi ritrovo ancora con una bella dose di inviti Gmail: non mandatemene altri, però. Gestire a manina questi quiz, dal successo inaspettato, mi porta via troppo tempo, per cui non posso continuare. Se avete indirizzi da donare, ci sono siti come questo dove depositarli:
http://isnoop.net/gmailomatic.php

Chi vuole una casella Gmail visita il sito e la chiede: se c'è, gli viene mandato l'invito.

Ma dicevo delle caselle residue: ne ho ancora 17, per cui le affido ai primi diciassette lettori che risolvono questo ultimissimo quizzello leggermente pruriginoso, aperto anche ai non smanettoni e/o malati di fantascienza, della serie Educational, sottotitolo "mannaggia son tutte rifatte, e se non son rifatte hanno la controfigura":

Abitualmente in TV indossa l'uniforme in un telefilm. Molti sarebbero lieti di ammirarla anche in altre tenute (o senza), ma pochi sanno che in un famoso film comico USA dei primi anni Novanta, pieno di effetti digitali, ha già dato tutto per il successo: ha fatto la controfigura nelle scene di nudo per un'attrice che è figlia di un celebre regista italiano. Chi è la donzella disposta a tutto? [Nota: nella versione diffusa nella newsletter, al posto di donzella avevo scritto signorina, ma non vorrei che qualcuno lo considerasse un indizio errato. L'attrice è attualmente sposata]

Lo so, non è un quiz molto informatico, ma l'ora è tarda e ho scoperto questa curiosità leggendo un libro sugli effetti digitali. Oltretutto, ora che c'è Internet, è molto difficile inventarsi delle domande non googlabili, per cui abbiate compassione.

La risposta va inviata al mio solito indirizzo topone@pobox.com, intitolando il messaggio "Quiz Gmail finale". Buon divertimento!