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2010/10/26

Antibufala: allarme in Rete, l’INPS dice che i precari saranno senza pensione

Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui nella versione aggiornata dopo la pubblicazione iniziale.

Sta circolando via mail e nel copiaincolla dei blog un allarme, intitolato "Finiscono i soldi dell'INPS / Inps, è ufficiale: i precari saranno senza pensione", che si presenta con lo stile di un inquietante trafiletto di giornale firmato dalla sigla "P.F." e sembra citare fonti autorevoli che preannunciano una congiura del silenzio sulle pensioni.

Dice l'allarme: “La notizia è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita.”

L'appello prosegue: “Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastrapasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: 'Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale'”.

La frase dello scandalo viene attribuita a Mastrapasqua da fonti giornalistiche teoricamente autorevoli (per esempio il Corriere della Sera del 6 ottobre scorso e molte altre) e sarebbe stata pronunciata durante un convegno di Ania e Consumatori, ma Mastrapasqua ha smentito di averla detta (Repubblica.it; Walkonjob.it:“Io ho difficoltà a commentare quello che non ho detto”).

Viene da chiedersi come mai non sia stata resa pubblica l'eventuale registrazione di quello che è stato detto effettivamente, in modo da sciogliere ogni dubbio: sarebbe davvero ridicolo se un convegno di questo livello non venisse registrato in qualche modo (Aggiornamento: infatti la registrazione c'è, e dimostra che Mastrapasqua ha detto una frase ben diversa; i dettagli sono in fondo a questo articolo).

Comunque sia, è facile sospettare che l'appello abbia qualcosa di bufalino, perché contiene un paio di contraddizioni di fondo: Mastrapasqua avrebbe pronunciato l'ammissione top secret in un convegno pubblico, ma parlarne in pubblico non sembra un approccio particolarmente logico se davvero non si vuole che la notizia circoli.

Inoltre è abbastanza assurdo lamentare censure su una notizia citando come fonte proprio i quotidiani che l'avrebbero oscurata. La fame di complotto spesso fa sragionare, specialmente quando tocca le nostre paure, e così questi controsensi non hanno impedito alla notizia di esplodere in Rete (Agoravox, Il fatto quotidiano, Beppe Grillo, Cultumedia e altri). Ne è scaturita anche un'interrogazione parlamentare.

A giudicare dalla cronologia, la fonte originale dell'appello sembra essere un post su Conti In Tasca, che però non è così lapidario e categorico come l'appello circolante (Aggiornamento: una fonte ancora precedente è questo articolo di ActainRete.it).

Nel frattempo l'INPS ha replicato a Tempi.it (con approfondimento tecnico in questo articolo), spiegando che la presunta prova del complotto, ossia il fatto che l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione (e quindi, secondo l'appello, la pensione per i precari non c'è), è una bufala.

Scrive infatti l'INPS: "la non-proiezione riguarda tutti i lavoratori: non è una prerogativa riservata agli iscritti alla gestione separata. Non è possibile nemmeno per i lavoratori dipendenti".

Inoltre, stando a quanto mi ha riferito una fonte tecnica interna all'INPS, non è affatto vero che "i precari saranno senza pensione": i soldi ci sono e la pensione ci sarà, ma sarà da fame per quasi tutti a causa della bassa aliquota dei versamenti, nettamente inferiore a quella di un lavoratore dipendente a tempo indeterminato. Chi versa poco ottiene poco.

La stessa fonte spiega che l'impossibilità di fornire la simulazione della pensione non serve "per evitare la rivolta", ma è dovuta al caotico cambiamento del software dell'INPS. Fino a pochi anni fa, quasi tutto il software dell'INPS era creato dalla DCSIT (Direzione Centrale Sistemi Informativi e Telecomunicazioni) di Roma e tutto funzionava bene in AS400. Se un programma non era soddisfacente, si telefonava a uno dei programmatori (che erano dipendenti INPS), che provvedevano al più presto. Questo, dice, permetteva il calcolo di valori di pensione indipendentemente dai contribuiti versati e dall'età: una mera proiezione, con le settimane accreditate fino a quel momento, disponibile sia per i lavoratori dipendenti normali, sia per i precari.

Poi a qualcuno sarebbe venuta l'idea di violare la regola del "se non è rotto, non aggiustarlo" e di migrare tutto al Web facendolo fare ai privati, col risultato che oggi ci sono oltre 150 aziende appaltatrici e 1500 esterni, con costi astronomici e malfunzionamenti a pioggia, che includono il programma di previsione delle pensioni: ora se non si hanno almeno 60 anni neppure si mette in moto.

"La simulazione non viene fatta per il semplice fatto che se non sei ad un anno dall'età pensionabile il programma non fa calcoli", mi spiega la mia fonte.

Riassumendo: la frase attribuita dall'appello a Mastrapasqua è differente da quella effettivamente detta e le ragioni per le quali non viene fornita ai precari la simulazione della loro pensione sono tecniche e non c'entrano nulla con l'asserita mancanza di fondi. Anche stavolta, insomma, non c'è un omertoso complotto, se non quello collettivo di diffondere paure affidandosi al passaparola emotivo invece di andare a cercare i fatti.


Aggiornamento


La registrazione della dichiarazione di Mastrapasqua c'è, ed è negli archivi di Radio Radicale, come segnala questo articolo di ACTA uscito dopo la pubblicazione iniziale di quest'indagine. Nella registrazione, la frase controversa attribuita a Mastrapasqua non è quella che lui ha detto; anche il contesto è abbastanza differente da quello presentato nell'appello.

Queste sono le testuali parole del presidente dell'INPS, tratte dalla registrazione del convegno: “Noi ancora non forniamo la simulazione – siamo stati da qualcuno criticati – perché non riteniamo che tu possa improvvisamente dare a tutti i cittadini un'informazione se non prima c'è una confidenza, una cultura. Cioè, se io oggi riuscissi a dare – ed è impossibile – a un lavoratore a progetto al terzo anno la simulazione della pensione ci sarebbe forse un sommovimento sociale in Italia, ma non dovuto a una carenza del pubblico: dovuto a una non capacità delle persone di saper leggere il proprio futuro attraverso la previdenza.”

La frase, calata nel suo contesto, assume un significato ben diverso da "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale" (la versione citata dall'appello). Il "se dovessimo" è in realtà "se io oggi riuscissi": non un rifiuto a dare la simulazione, ma un'impossibilità di darla.

Con la precisazione che la segue, inoltre, sembra piuttosto chiaro che Mastrapasqua non dice affatto che ci sarebbe un sommovimento sociale perché non ci sono i soldi. Il sommovimento ci potrebbe essere perché la gente, a suo avviso, non è tecnicamente preparata ad interpretare la simulazione.

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